Calendario Attività Parrocchiali

giovedì 25 luglio 2013

Pedalando da Arzerello ad Assisi

Pellegrini … in bici:  da Arzerello ad Assisi
Mi piace andare in bicicletta.
Quando posso vado anche a lavorare in bici, attirato anche dalle nuove piste ciclabili costruite nei comuni di S.Angelo e Saonara .
Così, dopo avere organizzato e percorso itinerari come Vienna- Budapest, Salisburgo-Passau-Vienna, Calalzo-Cortina-Dobbiaco-Lienz e percorso tante delle piste ciclabili in zona, qualcuno mi ha suggerito l’idea di tentare Arzerello-Assisi
Dapprima il progetto mi è sembrato esagerato e il percorso insuperabile, ma poi il tarlo si è fatto strada e mi sono deciso: ho approfittato del ponte di ferie per S.Antonio per organizzare la cosa.
Ho girato l’idea anche ad altri con i quali generalmente mi muovo: qualcuno è sembrato affascinato ma alla fine siamo partiti in due.
I problemi da risolvere erano essenzialmente due: trovare strade poco frequentate e percorsi con salite non troppo ripide
Ho così evitato in partenza la Romea preferendo il percorso interno per Adria,  Codigoro: l’attraversamento del fiume Po in bici è stata una bella emozione. 
Giunti poi a Comacchio abbiamo approfittato per una sosta di ristoro e per visitare la bella cittadina costruita su canali.


Il percorso quindi ci ha portato a costeggiare tutte le valli di Comacchio fino al fiume Reno: attraversato quest’ultimo con un traghetto fino a Sant’Alberto e quindi a Ravenna.
Non poteva a questo punto mancare una visita alla città  con le sue bellezze storico-artistiche e le costruzioni religiose. Dopo aver ripreso il percorso, la scelta obbligata era una sosta alla basilica di S.Apollinare in Classe. Dopo 160 km ci siamo concessi un meritato riposo: pernottamento a Savio. Per evitare la via degli Appennini la preferenza è caduta su continuare sulla costa adriatica. Abbiamo percorso le varie località balneari nei lungomare evitando così la strada più interna e trafficata. Abbiamo così costeggiato le spiagge di Milano Marittima, Cervia (all’interno della bella pineta)  e Cesenatico.
 

A questo punto la pista ciclopedonale superava il fiume Rubicone con una apposita passerella costruita da poco: “il dado è tratto”: non si poteva più avere ripensamenti.
Da là abbiamo percorso il lungomare delle spiagge tra le più belle d’Europa: Bellaria, Rimini, Riccione, Cattolica, Misano Adriatica, Gabicce facendoci strada proprio tra i bagnanti che le affollavano. Quindi un primo assaggio di salita per raggiungere Pesaro; per chi l’avesse percorsa in auto forse non se ne accorge nemmeno; ma in bici con bagagli al seguito assicuro che è un bell’impegno. Dopo sosta a Pesaro, il lungomare fino a Fano; giro turistico per Fano, piano di percorso per affrontare gli appennini e poi via lungo la vecchia A3 Flaminia; qualche assaggio di salita in terreno ondulato e arrivo a Fossombrone: visita alla cittadina, piattone di fettuccine ai porcini  e poi meritato riposo in un appartamentino ricavato da un precedente refettorio di convento di frati ben riconvertito. Di buon mattino affrontiamo la salita del passo del Furlo, un valico scavato da un affluente del  fiume Metauro tra due montagne. L’unico traffico oltre a qualche rara auto di frontisti, altri ciclisti (quelli veri che ci sorpassavano) coi quali scambiavamo i saluti; infatti per le auto è stata ricavata la nuova Flaminia che in quel punto scorre più distante.
Ci aspetta ora la salita teoricamente più impegnativa; dopo aver scartato la più difficile che passa per Gubbio  abbiamo scelto quella che porta a Scheggia superando il valico che divide le Marche dall’Umbria posto a quota 630 m slm : sono cinque chilometri che, bagagli al seguito, ci fanno sudare con strappi di oltre 12%.
Da Scheggia si aprono le verdi vallate dell’Umbria e la strada si mette in lieve discesa. 
Dovrebbe essere tutta così ondulata e in prevalenza discesa fino a Foligno: da là Spello e poi Assisi. Arrivati però a Gualdo Tadino ci siamo lasciati tentare da una insegna che indicava Assisi a 34 km (anziché quasi 60 secondo il piano suddetto).
Lezione di vita: non sempre la strada che sembra più corta è la migliore. Per arrivare ad Assisi abbiamo dovuto superare un passo posto a quota 820 m slm con strappi piuttosto lunghi ben oltre il 12% che avevamo affrontato in precedenza. 
Il conforto è venuto però dalla discesa: abbiamo raggiunto Assisi in picchiata, frenando perché si superava il limite di velocità imposto di 50 km/h.

Entrata quindi in Assisi attraverso la porta posta a nord-ovest; abbandonato definitivamente la bici in un alberghetto in via san Francesco, a poche decine di metri dalla basilica , ci siamo concessi una visita della cittadina by night. 
Fin qui la cronaca del viaggio. Ma la parte più intimistica è stato il tragitto in una Assisi deserta di primo mattino e la partecipazione alle 7.30 alla santa messa domenicale nella basilica inferiore di san Francesco insieme a pochi intimi e ai frati: una celebrazione insieme sobria ma solenne. Del viaggio rimangono la soddisfazione di aver superato difficoltà all’inizio ritenute insuperabili; il piacere di lunghe ore a pedalare in silenzio e in meditazione; la bellezza dei posti attraversati; la cortesia delle persone incontrate: quelle che ci hanno ospitato e quelle alle quali  ho chiesto consigli sul percorso. E poi la libertà di viaggiare in bicicletta : considero il viaggio in bici come l’emblema del viaggiare slow: è il ritmo giusto per gustare i posti attraversati: a piedi risulta troppo lungo; in auto si bruciano i paesaggi e il gusto di attraversarli.
Gianni.


Nessun commento:

Posta un commento